domenica 30 luglio 2017

#45 Cosa penso di: Il giardino segreto | recensione |

Ultimissima lettura librosa di luglio!
Questo mese ho finito la mia TBR con una decina di gironi di anticipo e ho dovuto fare qualche aggiunta. 
Questo, però, l'ultimo perché arrivo a pelo pelo con la fine del mese e mi sembra perfetto!



Il giardino segreto
di Banana Yoshimoto.

Editore: Feltrinelli (collana Universale Economica)
Pagine: 138
Prezzo: 13,00 €

Trama:

L'inverno è alle porte, Kaede e Kataoka sono ritornati in Giappone e Shizukuishi ritrova il calore del tempo trascorso insieme e si sente finalmente un po' più a casa. A breve, tuttavia, dovrà spostarsi di nuovo: ha deciso di andare a vivere con Shin'chiro, e così si mettono alla ricerca di un posto dove abitare, tra appartamenti improbabili e agenti immobiliari dalle dubbie capacità. Le persone, però, non sempre sono ciò che sembrano, e questo vale anche per Shin'chiro¯. Basterà un viaggio nel passato per rompere tutti gli equilibri e gettare Shizukuishi nella disperazione consentendole al contempo di crescere. Un serpente di giada, una donna prorompente, un giardino fuori dal mondo: questi e altri gli ingredienti di una storia di dolore e speranza in puro stile Yoshimoto.



Prima di cominciare con la recensione vorrei fare una premessa velocissima.
Questo è il primo libro che leggo di Banana Yoshimoto (nonostante io abbia anche Moshi Moshi) e credo di non aver fatto la scelta giusta, dato che è il terzo volume di una collana di libri collegati (Il Regno) e che io non ho, ovviamente, letto i primi due. Credo li recupererò il prima possibile per chiarirmi dei dubbi, ma non preoccupatevi se vi renderete conto che su alcuni punti non ci ho capito nulla.

Il giardino segreto è la storia Shizukuishi, una ragazza abituata a vivere in montagna che si trasferisce a Tokyo per lavoro e per amore. La giovane lavora come aiutante per Kaede e il signor Kataoka, un medium e il suo manager (nonché compagno), e sta cercando casa con il fidanzato Shin'chiro.
Proprio quando i due sembrano aver trovato la casa perfetta, Shizukuishi si accorge di non essere più convinta né della convivenza né del suo rapporto con Shin'chiro.
Quando il compagno le propone di fare visita al giardino di Takahashi, un amico d'infanzia morto alcuni anni prima, Shizukuishi pensa che potrebbe essere l'occasione per riallacciare il rapporto e fare chiarezza sui propri sentimenti.
Dalla visita, però, si svilupperanno conseguenze interessanti e inaspettate.
Che significato ha il serpente di giada donatole dalla nonna? E perché tutti pensano che presto Shizukuishi andrà a Taiwan?


Trattandosi di un libro molto breve, oltre che terzo di una serie, cercherò di non svelare troppi particolari della trama.
Anche perché, ad essere sincera, ci sono dei dettagli che, per ovvi motivi, non mi sono chiari.

La protagonista principale, nonché narratrice dell'intera vicenda, è Shizukuishi, un personaggio in cui sono riuscita a rispecchiarmi ma con cui, allo stesso tempo, ho avuto dei problemi a relazionarmi.
Shizukuishi si trova in un momento della vita che, nonostante derivi da conseguenze differenti, non mi è affatto nuova e che quindi mi ha portato a rivedermi nel suo modo di reagire e nei suoi pensieri. 
Credo che la mia difficoltà di relazione con questo personaggio, sia dovuta principalmente ad un fattore culturale. Sono appassionata di Giappone e cultura giapponese, è vero, ma mi resta comunque difficile avvicinarmi a certi lati della loro mentalità.
In ogni caso, da un punto di vista generale, ho apprezzato tutti i personaggi perché risultano tutti davvero ben caratterizzati e resi al meglio anche attraverso lo sguardo della protagonista.
Mi ha incuriosito il personaggio di Kaede, il sensitivo, e mi ha fatto subito simpatia quello del signor Kataoka.

Ho notato, e spero che non sia solo una mia suggestione, che nella scrittura della Yoshimoto, una parte fondamentale la fanno i luoghi.
Nello specifico, però, credo si tratti di un'importanza data dal legame affettivo che l'ambientazione rievoca o crea al momento.
Le descrizioni, infatti, sono sempre molto dettagliate e curate, ma mantengono un particolare tono che definirei sognante. Perché odori, sapori, luoghi, persone sono sempre legate ad un sentimento, ad un ricordo e non vengono mai inserite nella narrazione senza un motivo preciso.
Trovo che questo sia un dettaglio molto importante, che definisce anche lo stile di scrittura della Yoshimoto.
Uno stile che, personalmente, ho molto apprezzato, nonostante abbia trovato qualche difficoltà iniziale: non essendo abituata alla letteratura giapponese, mi sono dovuta "ambientare" con le differenze.
Si tratta di una scrittura semplice ma molto d'impatto, che cattura il lettore fin dalle prime righe e è in grado di trasportarlo al fianco dei protagonisti senza nessuna difficoltà e senza la necessità di descrizioni troppo particolareggiate.

Mi sono piaciuti moltissimo i dialoghi, che sono sempre veloci, scorrevoli, accattivanti e a tratti pungenti e divertenti. Mi hanno colpito molto anche le riflessioni che l'autrice fa attraverso lo sguardo di Shizukuishi, trattando temi molto importanti come l'abbandono, la solitudine, l'indipendenza e la ricerca di sé stessi e della propria strada.

La mia è stata una lettura davvero scorrevole e appassionante e sicuramente recupererò altre opere di questa autrice, primi tra tutti gli altri due volumi che compongono questa serie.
Purtroppo però, avendo letto il terzo volume senza sapere nulla dei primi due, e trattandosi del mio primissimo approccio a Banana Yoshimoto, devo ammettere di aver avuto anche qualche difficoltà e di non aver capito quelli che, credo, siano dei riferimenti alle trame precedenti.
Insomma, io lo consiglio se avete letto gli altri volumi della collana, altrimenti cercate di non fare il mio errore e portatevi in pari, perché potreste "rovinarvi" un po' la lettura.

Il mio voto è:
✰✰✰ e mezzo
3,5/5

Alla prossima!

Silvia


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