lunedì 24 aprile 2017

#19 Cosa penso di: Your Name | recensione |

Seconda lettura di aprile!
Ho visto il film, potevo perdermi il libro? Ovvio che no!
E mi comprerò pure il manga 😆


Your name
di Makoto Shinkai.

Editore: Edizioni BD (j-pop)
Pagine: 184
Prezzo: 14,00€

Trama:
Mitsuha, una liceale che vive In una città di montagna, si ritrova, in sogno, nei panni di un ragazzo. 
Una stanza mai vista prima, amici che non conosce e Tokyo che si estende davanti a lei. 
Nel frattempo, Taki, un liceale che abita proprio a Tokyo, vive la stessa esperienza, ritrovandosi, in sogno, nel corpo di una ragazza, in una città sperduta fra le montagne. 
Presto si accorgeranno dello "scambio" onirico, ma... 
L'incontro di due realtà così diverse mette in moto gli ingranaggi del destino.



Makoto Shinkai scrive Your name quasi in contemporanea alla lavorazione dell'omonimo film.
Non è quindi giusto dire che dal film hanno tratto il libro o viceversa, si può dire invece che le due cose siano andate di pari passo, come dice lo stesso autore.

Your name, se non avete visto il film, è la storia di Mitsuha e Taki, due ragazzi che vengono da due realtà completamente diverse.
Lei vive con la sorella minore e la nonna a Itomori, una piccolo paesino rurale e, come da tradizione, fa la miko nel tempio di famiglia. Lui vive con il padre in un piccolo appartamento di Tokyo e lavora part-time in un ristorante.
La particolarità di questa vicenda è che i due, all'improvviso e senza una precisa cadenza, si scambiano di corpo durante la notte.
Così Taki diventa Mitsuha e Mitsuha diventa Taki.
Un giorno, però, gli scambi si interrompono improvvisamente e Taki si mette alla disperata ricerca della ragazza, venendo a conoscenza di un fatto decisamente assurdo (e catastrofico) che riguarda non solo Mitsuha ma l'intera Itomori.

Che cosa?
Beh, per saperlo dovete leggere il libro! 😉

A livello di trama, non ho assolutamente nulla da dire: vi ho già parlato qui di quanto mi sia piaciuto il film e dato che la trama è la stessa non penso sia il caso di dilungarsi aggiungendo altro.
Trattandosi di un libro, ovviamente, ci sono alcune diversità.
La principale è che, se nel film abbiamo una visione più a 360°, nel libro tutto ci viene raccontato e descritto attraverso gli occhi di Taki e Mitsuha. La narrazione, infatti, procede in prima persona e i due punti di vista si alternano in maniera casuale.
Questo, forse, è l'unico "difetto" del libro, anche se, una volta presa confidenza diventa più un tratto distintivo.
Mi spiego meglio!
Your name è diviso in otto capitoli ma, contrariamente a come accade in quasi tutti i libri con più POV, non ci troviamo davanti ad una suddivisione netta. Non abbiamo, infatti, il capitolo in cui parla solo Taki o quello in cui è solo Mitsuha a raccontarci cosa succede.
I due punti di vista si alternano e si mescolano all'interno del capitolo, creando a volte un pochina di confusione.
Non che la lettura sia impossibile, diciamo che bisogna un po' prenderci la mano. Se poi, avete già visto il film come nel mio caso, siete a cavallo.

Trovo che Shinkai abbia fatto davvero un ottimo lavoro anche per quanto riguarda il romanzo.
I personaggi sono ben caratterizzati, anche se li vediamo con gli occhi di Mitsuha e Taki, e mi riferisco non solo ai due ragazzi protagonisti, ma anche ai personaggi secondari come la senpai Okudera, gli amici di Taki e Mitsuha e tanti altri.

Mi sono piaciute molto anche le descrizioni dei luoghi e delle sensazioni. Sicuramente non sono paragonabili agli effetti visivi del film, ma sono ben fatte e curate allo stesso modo.

La lettura scorre veloce e coinvolge il lettore dalla prima all'ultima pagina, emozionandolo quasi al pari del film.
La narrazione in prima persona, che solitamente non mi entusiasma, in questo caso crea un legame particolare non solo tra i due personaggi ma anche con chi sta leggendo. Io mi sono sentita molto coinvolta nella vicenda, cosa che, forse, non sarebbe successa se fosse stata scelta una terza persona.

Un'altra cosa che mi è piaciuta molto di questo romanzo è la presenza di parole e frasi in corsivo o in grassetto e di versi e onomatopee.
La presenza di corsivo e grassetto da sicuramente quel tocco estetico in più, permettendo al lettore di focalizzarsi si determinate parole o frasi, ma soprattutto di comprendere al meglio le interazioni tra i personaggi.
Per quanto riguarda le onomatopee e i versetti che si trovano sparsi nei dialoghi (ma non solo), trovo che rendano tutto più buffo e divertente. A me hanno fatto sorridere e mi hanno ricordato quelle parole che nei manga stanno fuori dai baloon di dialogo (ad esempio il ratle-ratle, il frr-frr, ma anche il gulp e altri).
Penso che sia tipico non solo dell'autore, ma della cultura giapponese in generale.

Insomma, al di là di un po' di confusione iniziale per destreggiarsi tra i punti di vista alternati, questo libro mi è piaciuto moltissimo!
Ho apprezzato anche la postfazione dell'autore, dove ci viene spiegato come e perché è nato questo romanzo e il commento del ... che, in un certo senso, ci fornisce una sua piccola recensione.


L'unico consiglio che mi sento di darvi e di non fermarvi al libro, guardate anche il film, perché se lo definiscono il "capolavoro di Makoto Shinkai" c'è un motivo!
Personalmente trovo sia più logico, in questo caso, prima vedere il film e poi leggere il libro, perché tutto vi risulterà più facile e più riconoscibile. Ma soprattutto perché non vi rovinerete la visione di un film d'animazione che merita molto!

Insomma, sicuramente consiglio questo libro a chi apprezza lo stile giapponese (mi riferisco anche ai manga), a chi già conosceva Shinkai e a chi ha visto o vuole vedere il film.



Il mio voto è.
✰✰✰✰✰
5/5




Alla prossima!

Silvia

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