mercoledì 28 febbraio 2018

La Fuoriuscita di Giuseppe Lago | recensione |

Benvenute mie piccole volpi all'ultima recensione di febbraio!
Questo mese, infatti, non ci sarà l'articolo dedicato alle letture non librose.


Per prima cosa vorrei ringraziare l'ufficio stampa Il Taccuino per avermi contattato ed inviato questo libro.
Si tratta di un genere che non sono solita leggere ma che parla un argomento che mi ha sempre affascinato molto, ovvero la psicologia. E vi dirò che è stato molto interessante leggere qualcosa di così particolare a riguardo.



 La Fuoriuscita
di Giuseppe Lago

Editore: Alpes Italia
Pagine: 275
Prezzo: 19,00€


Trama:

Finalmente una storia che affronta in modo particolarmente accurato il tema della psicoterapia e dei suoi eccessi. In dodici capitoli, un viaggio nel mondo delle emozioni, degli affetti, delle dinamiche interpersonali. Una trama profonda e affascinante, che conduce nelle aree cruciali di un percorso che molte persone ormai praticano o hanno praticato. Lo scenario ha qualche punto di contatto con la serie tv In Treatment, ma se ne distingue per la linea narrativa che presenta una vicenda complessa e avvincente, la quale nel finale si tinge di giallo e di risvolti inaspettati.



Come vi dicevo, questo libro mi è stato proposto e inviato direttamente dall'ufficio stampa.
La trama mi aveva intrigato molto ma, lo ammetto, ero in parte un po' dubbiosa, perché tratta un argomento che trovo molto interessante ma che può rivelarsi anche piuttosto pesante.

Non è il caso de La Fuoriuscita, dove la psicologia viene trattata in maniera comprensibile a tutti, trasportando il lettore nel turbine emotivo che caratterizza l'intera vicenda.



La storia principale di questo romanzo ruota attorno al "grande gruppo" di sostegno psicologico, tenuto da Adele Lussari, donna carismatica e dal carattere forte. A lei si contrappone la figura di Martha Weber, giovane artista, fuoriuscita dal gruppo senza essere stata ufficialmente cacciata, che decide di affidarsi a Livio, psichiatra esterno al gruppo lussariano.
Le figure che il lettore incontra e impara a conoscere nel corso della vicenda, però, sono molte altre e tutte ugualmente importanti e con le rispettive storie intrecciate tra loro.
Si può dire, per l'appunto, che il protagonista vero è proprio sia il "grande gruppo" che comprende i vari personaggi principali. Non c'è infatti una figura che prevale per importanza sull'altra, ma tutte sono ugualmente necessarie allo svolgimento della trama.
Da un punto di vista generale, la caratterizzazione dei protagonisti, ma anche quella delle figure secondarie, mi è sembrata molto ben fatta, prestando sempre attenzione alla situazione attuale del personaggio, ma anche al suo background.
Dovendo esprimere un parere, ho apprezzato molto le figure di Livio e Martha, sopratutto per i loro arguti scambi di battute e per le ottime capacità deduttive e analitiche.


Personalmente l'ho trovato la trama molto interessante e coinvolgente, nonostante la partenza un po' lenta dei primi capitoli, dovuta sicuramente alla necessità di spiegare al meglio le dinamiche del "grande gruppo".
Giuseppe Lago, grazie anche alla sua competenza in questo campo, è stato in grado di spiegare al meglio e in maniera molto semplice, alcuni dettagli di psicologia e psicoterapia che, altrimenti, sarebbero stati poco comprensibili al lettore non ferrato sull'argomento (io compresa).

Ho apprezzato moltissimo i risvolti investigativi, dalle tinte gialle, della vicenda perché non tolgo nulla alla componente psicologica, anzi danno quel qualcosa in più che rende la lettura più scorrevole e interessante.

In conclusione, nonostante la lentezza dei primi capitoli, La Fuoriuscita si è rivelata una buona lettura: scorrevole, coinvolgente, interessante e con una buona commistione di generi.
Mi sento di consigliarvi questo romanzo anche se il tema non rientra tra le vostre letture abituali.


Il mio voto è:
🌟🌟🌟🌟
4/5



Alla prossima!

Silvia


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