domenica 6 agosto 2017

#47 Cosa penso di: L'ultimo fiore che ho in me | recensione |

Primissima lettura del mese!
Ne approfitto per ringraziare l'autore che mi ha inviato i primi due capitoli del libro per farmi capire se mi sarebbe potuto piacere. Mi hanno molto colpito e non ho esitato ad acquistare l'ebook.



L'ultimo fiore che ho in me
di Alexadre Zappalà

Editore: Edizioni Epsil
Pagine: 278
Prezzo: 15,00 € ( ebook 3,99€ )

Trama:

Mark ed Elisabeth, giovani e innamorati, vivono una vita piena di gioia e complicità.

Poi, d’improvviso, l’incidente. La morte che incombe. Ed un destino beffardo che sembra dare una seconda possibilità per salvare il partner ... ma con un enorme prezzo da pagare.

Se potessi salvare l’amore della tua vita, lo faresti?
Fin dove ti spingeresti?
Qual è il limite?




Come avrete capito dall'introduzione, questo libro mi è stato suggerito dall'autore stesso che, molto gentilmente, mi ha inviato tramite e-mail i primi due capitoli, dandomi quindi la possibilità di capire se il libro potesse piacermi o meno, senza doverlo necessariamente acquistare.
Ringrazio ancora l'autore per questa gentilezza!
Dato che sono qui a farvi la recensione, credo sia ovvia che i primi due capitoli mi hanno incuriosito e che ho dovuto, quindi, continuare la lettura.


L'ultimo fiore che ho in me è la storia di Elisabeth e Mark, due ragazzi che si conoscono e si innamorano per caso in libreria.
Due anni dopo, Mark ha un brutto incidente e finisce in coma. Durante questo suo sonno, il ragazzo vivrà un'esperienza extracorporea durante la quale scoprirà di avere il difficile compito di salvare la vita alla sua Elisabeth.
Alla storia di questi due giovani innamorati, si intreccia quella di Natasha, un'insegnante di danza russa, del signor Levil, imprenditore scorbutico parigino e di Helene giovane figlia di un diplomatico canadese.
Riuscirà Mark a salvare Elisabeth e ad accettare il triste destino che lo attende?
Chi ha salvato la giovane Helene in metropolitana a Mosca?
Le vite di tutti i personaggi si rivelano legate inesorabilmente, ma da cosa? E perché?


Come sapete, di solito comincio la sezione dedicata ai personaggi parlandovi del protagonista. In questo caso, però, non lo posso fare.
Sì, è vero, seguiamo principalmente la vicenda di Elizabeth e Mark, e quindi verrebbe da considerare loro come protagonisti, ma anche tutti gli altri personaggi che ci vengono presentati, hanno un'importanza non da poco.
Tutti i personaggi che incontriamo, infatti sono fortemente legati, anche quelli che, inizialmente ci appaiono come figure minori.
Ho trovato ottima la caratterizzazione, perché di ogni protagonista ci viene fornito un quadro piuttosto dettagliato, senza però che si corra il rischio di dare troppe informazioni. Questo per quanto riguarda il ruolo del personaggio e il motivo per cui viene inserito nella trama, per quanto riguarda il carattere, invece, ne percepiamo i tratti essenziali ma allo stesso tempo, impariamo a conoscerli meglio nel corso della storia.
In generale, nessuno dei personaggi "positivi" di questa vicenda appare perfetto agli occhi del lettore, che ha quindi meno difficoltà ad immedesimarsi o a rispecchiarsi in certi atteggiamenti.
Ad esempio, Elisabeth, che è senza dubbio una ragazza piena di buone qualità, può risultare a volte un po' antipatica e pesante. Questa, però, non è una critica, anzi, questo suo essere umana, me l'ha resa più accettabile e mi ha permesso di capire meglio il personaggio.

Passando alle ambientazioni, la vicenda si svolge tra la Russia e la Francia dei giorni nostri (ci troviamo nel 2012/2013), più precisamente tra Mosca e Parigi.
Le descrizioni delle due città, ma anche dei luoghi più specifici, sono sempre molto ben curate. Vengono forniti molti dettagli ma, anche in questo caso, senza eccedere. In questo modo, il lettore ha la possibilità di visualizzare il tutto, ma anche di farsi una propria idea senza essere condizionato dagli eccessivi particolari.

In realtà, però, i luoghi sono sì fondamentali alla narrazione, ma vengono poi fatti passare in secondo piano, in favore di sentimenti ed emozioni. Anche in questo caso, la resa è molto buona e il lettore si trova coinvolto dalla vicenda fin dalle prime pagine.

Vi dirò che, solitamente, non sono un'amante di questo genere di libri, perché trovo che siano sempre eccessivamente sdolcinati e a tratti, anche un po' banali e ripetitivi.
Nel caso de L'ultimo fiore che ho in me, mi sono dovuta ricredere!
Ho trovato la trama molto ben studiata, senza buchi, imprecisioni e con tutti i tasselli che, alla fine, vanno al loro posto. Le spiegazioni degli avvenimenti sono sempre chiare e non lasciano nulla al caso.
Per di più, anche l'esperienza extracorporea di Mark, è perfettamente inserita nella narrazione e non disturba la lettura, anzi dà quel qualcosa in più che affascina il lettore. Mi è piaciuto come è stato reso questo particolare della trama, soprattutto il risvolto finale del tutto inaspettato.

Lo stile di scrittura di Zappalà è semplice e chiaro, ma comunque molto curato.
La mia è stata una lettura molto scorrevole e veloce, mi sono appassionata alla trama fin da subito e ho molto apprezzato l'intera vicenda.
C'è qualche ripetizione di troppo e magari qualche frase, io, l'avrei scritta diversamente per rendere tutto ancora più scorrevole, ma questi sono semplice pareri personali.

In generale L'ultimo fiore che ho in me è un buon libro e mi sento di consigliarlo anche a chi non ama particolarmente il genere, perché vi assicuro che non ha nulla di banale.

Il mio voto è:
✰✰✰✰ e mezzo
4,5/5

Alla prossima!

Silvia

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