mercoledì 26 aprile 2017

#20 Cosa penso di: L'ultimo giorno di un condannato a morte | recensione |

Lettura numero tre di aprile, nonchè libro scelto la sfida di lettura di Le parole segrete.
Il tema era: un classico scritto da un uomo.






L'ultimo giorno di un condannato a morte
di Victor Hugo.

Editore: Newton Compton Editori
Pagine: 127
Prezzo: 1,90€ 

Trama:
Un uomo sta per essere privato del suo unico bene, della sua stessa vita.
Nella sua mente incredula e atterrita si consuma lenta e inesorabile l'attesa, scandita dal ritmo ossessivo, martellante degli ultimi pensieri.
L'angoscia cresce, di minuti in minuto, e la conoscenza della colpa si infrange di fronte all'oscenità abominevole della folla che pretende, urlante, il suo spettacolo capitale.
E' con questa sorta di lucidissima e appassionata perorazione letterario a favore dell'abolizione della pena di morte, pubblicata nell'ultimo anno della monarchia dei Borbone, che Victor Hugo, all'età di ventisette anni, prese posizione in difesa dei diritti inalienabili dell'uomo e innanzitutto di quello alla vita.

Come già sapete, perché credo proprio di avervelo già detto, i classici non sono esattamente uno dei miei generi preferiti. Ammetto che è davvero difficile per me trovarne uno che mi piaccia particolarmente, senza contare che nei confronti del signor Hugo parto un pochino prevenuta.
Anni fa, presa da una fissa per i classici, ho cominciato "Notre Dame de Paris" e ammetto di non essere nemmeno riuscita a superare il terzo capitolo.
Lo so, lo so, non giudicatemi...sono certa che prima o poi riuscirò a finirlo, devo solo trovare il momento giusto.

Ma bando alle ciance!
L'ultimo giorno di un condannato a morte, lo dice già il titolo, racconta gli ultimi giorni di vita di un condannato a morte.
Non aggiungo molto sulla trama perchè il libro è molto breve e non voglio rischiare di rovinarvi la lettura.
L'intera vicenda si svolge nella Francia ottocentesca e comprende un arco di tempo di circa sei settimane. Tutto ciò che accade ci viene raccontato direttamente dal condannato, in prima persona, quasi come un diario dove l'uomo raccoglie i suoi ultimi pensieri e ricordi.
Tra le pagine di questo breve romanzo, possiamo trovare uno spaccato molto interessante sulle carceri francesi del 1800, più precisamente qui si parla del carcere di Bicêtre.
Ma quello che ci troviamo a leggere, non è solo un lascito del condannato o una raccolta di informazioni sulle carceri francesi, è principalmente un espediente dell'autore per muovere una forte critica alla pena di morte e alla monarchia.

Non è facile parlarvi della caratterizzazione dei personaggi, dato che l'unico protagonista è il condannato e che tutto ci viene mostrato tramite lui.
Vi posso dire, però, che le emozioni dell'uomo sono descritte in maniera intensa e quasi straziante.
L'oppressione della cella, il terrore per il proprio destino e per quello dei sui cari, l'attenzione per gli atteggiamenti delle guardie verso i compagni di prigionia e tanto altro... Ogni cosa è resa così bene che il lettore non può non sentirsi coinvolto.
Anche se il libro è molto corto, lo spazio dedicato alle descrizioni non manca, quindi non è difficile farsi un'idea piuttosto chiara e dettagliata dell'ambiente in cui si svolge l'intera storia.

Un particolare molto interessante è la prefazione, o meglio la seconda prefazione.
Infatti, dopo la prefazione canonica,i n cui l'autore ci parla del libro e ci spiega le motivazioni che l'hanno spinto a scriverlo, troviamo una seconda prefazione scritta sotto forma di dialogo, quasi come fosse un copione teatrale.
Si trattano di poche pagine in cui alcuni personaggi si trovano a discutere de L'ultimo giorno di un condannato a morte a breve distanza dalla sua prima uscita. Il libro viene definito come un insulto, non solo alla monarchia ma anche alla letteratura. Insomma, viene brutalmente criticato sotto ogni punto di vista.
Questo breve paragrafo è stato davvero molto interessante, perchè denota come l'autore stesso fosse consapevole dello scandalo che la sua opera avrebbe provocato.

In conclusione, nonostante sia stato un romanzo molto interessante e, a tratti, anche coinvolgente, ho trovato non poche difficoltà nella lettura che si è rivelata lentissima e faticosa. Il che è quasi assurdo se si pensa al numero esiguo delle pagine di questo libro.
Purtroppo l'interesse per l'argomento non ha superato quel grande scoglio che è lo stile di scrittura di Hugo, con il quale, a quanto sembra, non riesco a trovare un punto d'incontro.
Ho trovato lo stile davvero pesante, lento e un po' noioso.
Mi dispiace dirlo, perchè avevo aspettative abbastanza alte per questo romanzo e ne sono rimasta un po' delusa.

Diciamo che, se questo genere letterario vi piace, se avete amato Notre Dame de Paris, se i classici francesi sono i vostri preferiti...beh...questo è il libro che fa per voi.
Non dico che per tutti gli altri sia un romanzo sconsigliato, anzi, io sono per il provare tutto finché non si trova quello che fa per noi, quindi: buttatevi.
Sono sicura che a molti di voi potrebbe piacere molto più che a me.

Al di là delle critiche e del mio rapporto con Hugo, vi dirò che questo classico non è uno dei peggiori che ho letto.


Il mio voto è:
✰✰✰✰ meno
4-/5


Alla prossima!

Silvia


lunedì 24 aprile 2017

#19 Cosa penso di: Your Name | recensione |

Seconda lettura di aprile!
Ho visto il film, potevo perdermi il libro? Ovvio che no!
E mi comprerò pure il manga 😆


Your name
di Makoto Shinkai.

Editore: Edizioni BD (j-pop)
Pagine: 184
Prezzo: 14,00€

Trama:
Mitsuha, una liceale che vive In una città di montagna, si ritrova, in sogno, nei panni di un ragazzo. 
Una stanza mai vista prima, amici che non conosce e Tokyo che si estende davanti a lei. 
Nel frattempo, Taki, un liceale che abita proprio a Tokyo, vive la stessa esperienza, ritrovandosi, in sogno, nel corpo di una ragazza, in una città sperduta fra le montagne. 
Presto si accorgeranno dello "scambio" onirico, ma... 
L'incontro di due realtà così diverse mette in moto gli ingranaggi del destino.



Makoto Shinkai scrive Your name quasi in contemporanea alla lavorazione dell'omonimo film.
Non è quindi giusto dire che dal film hanno tratto il libro o viceversa, si può dire invece che le due cose siano andate di pari passo, come dice lo stesso autore.

Your name, se non avete visto il film, è la storia di Mitsuha e Taki, due ragazzi che vengono da due realtà completamente diverse.
Lei vive con la sorella minore e la nonna a Itomori, una piccolo paesino rurale e, come da tradizione, fa la miko nel tempio di famiglia. Lui vive con il padre in un piccolo appartamento di Tokyo e lavora part-time in un ristorante.
La particolarità di questa vicenda è che i due, all'improvviso e senza una precisa cadenza, si scambiano di corpo durante la notte.
Così Taki diventa Mitsuha e Mitsuha diventa Taki.
Un giorno, però, gli scambi si interrompono improvvisamente e Taki si mette alla disperata ricerca della ragazza, venendo a conoscenza di un fatto decisamente assurdo (e catastrofico) che riguarda non solo Mitsuha ma l'intera Itomori.

Che cosa?
Beh, per saperlo dovete leggere il libro! 😉

A livello di trama, non ho assolutamente nulla da dire: vi ho già parlato qui di quanto mi sia piaciuto il film e dato che la trama è la stessa non penso sia il caso di dilungarsi aggiungendo altro.
Trattandosi di un libro, ovviamente, ci sono alcune diversità.
La principale è che, se nel film abbiamo una visione più a 360°, nel libro tutto ci viene raccontato e descritto attraverso gli occhi di Taki e Mitsuha. La narrazione, infatti, procede in prima persona e i due punti di vista si alternano in maniera casuale.
Questo, forse, è l'unico "difetto" del libro, anche se, una volta presa confidenza diventa più un tratto distintivo.
Mi spiego meglio!
Your name è diviso in otto capitoli ma, contrariamente a come accade in quasi tutti i libri con più POV, non ci troviamo davanti ad una suddivisione netta. Non abbiamo, infatti, il capitolo in cui parla solo Taki o quello in cui è solo Mitsuha a raccontarci cosa succede.
I due punti di vista si alternano e si mescolano all'interno del capitolo, creando a volte un pochina di confusione.
Non che la lettura sia impossibile, diciamo che bisogna un po' prenderci la mano. Se poi, avete già visto il film come nel mio caso, siete a cavallo.

Trovo che Shinkai abbia fatto davvero un ottimo lavoro anche per quanto riguarda il romanzo.
I personaggi sono ben caratterizzati, anche se li vediamo con gli occhi di Mitsuha e Taki, e mi riferisco non solo ai due ragazzi protagonisti, ma anche ai personaggi secondari come la senpai Okudera, gli amici di Taki e Mitsuha e tanti altri.

Mi sono piaciute molto anche le descrizioni dei luoghi e delle sensazioni. Sicuramente non sono paragonabili agli effetti visivi del film, ma sono ben fatte e curate allo stesso modo.

La lettura scorre veloce e coinvolge il lettore dalla prima all'ultima pagina, emozionandolo quasi al pari del film.
La narrazione in prima persona, che solitamente non mi entusiasma, in questo caso crea un legame particolare non solo tra i due personaggi ma anche con chi sta leggendo. Io mi sono sentita molto coinvolta nella vicenda, cosa che, forse, non sarebbe successa se fosse stata scelta una terza persona.

Un'altra cosa che mi è piaciuta molto di questo romanzo è la presenza di parole e frasi in corsivo o in grassetto e di versi e onomatopee.
La presenza di corsivo e grassetto da sicuramente quel tocco estetico in più, permettendo al lettore di focalizzarsi si determinate parole o frasi, ma soprattutto di comprendere al meglio le interazioni tra i personaggi.
Per quanto riguarda le onomatopee e i versetti che si trovano sparsi nei dialoghi (ma non solo), trovo che rendano tutto più buffo e divertente. A me hanno fatto sorridere e mi hanno ricordato quelle parole che nei manga stanno fuori dai baloon di dialogo (ad esempio il ratle-ratle, il frr-frr, ma anche il gulp e altri).
Penso che sia tipico non solo dell'autore, ma della cultura giapponese in generale.

Insomma, al di là di un po' di confusione iniziale per destreggiarsi tra i punti di vista alternati, questo libro mi è piaciuto moltissimo!
Ho apprezzato anche la postfazione dell'autore, dove ci viene spiegato come e perché è nato questo romanzo e il commento del ... che, in un certo senso, ci fornisce una sua piccola recensione.


L'unico consiglio che mi sento di darvi e di non fermarvi al libro, guardate anche il film, perché se lo definiscono il "capolavoro di Makoto Shinkai" c'è un motivo!
Personalmente trovo sia più logico, in questo caso, prima vedere il film e poi leggere il libro, perché tutto vi risulterà più facile e più riconoscibile. Ma soprattutto perché non vi rovinerete la visione di un film d'animazione che merita molto!

Insomma, sicuramente consiglio questo libro a chi apprezza lo stile giapponese (mi riferisco anche ai manga), a chi già conosceva Shinkai e a chi ha visto o vuole vedere il film.



Il mio voto è.
✰✰✰✰✰
5/5




Alla prossima!

Silvia

sabato 22 aprile 2017

Sono andata al cinema #7 | Ghost in the shell |

Sempre siano lodati il cinema a 2€ e le amiche che hanno i tuoi stessi gusti cinematografici e si "sacrificano" per la causa.
Due film in due giorni, ho battuto un record!

Trama:
Il Maggiore è un essere unico nella sua specie, il prototipo di quello che molti potrebbero diventare in futuro, e un'arma potentissima. 
Recuperato da un terribile incidente, il corpo biologico del Maggiore è stato sostituto con uno interamente artificiale, ma il ghost, cioè l'anima, è rimasta la sua. 
Da qualche parte, la parte più importante, il Maggiore è ancora umana, anche se la sua natura le pone dei dubbi che la tormentano. 
Li sfrutta Kuze, un misterioso terrorista, che la Section 9, capitanata dal Maggiore e gestita dalla Hanka Robotics ha l'ordine di trovare ed eliminare.









Ghost in the Shell è un film del 2017 diretto da Rupert Sanders.
È l'adattamento cinematografico dell'omonimo manga del 1989 di Masamune Shirow
Fanno parte del cast Scarlett Johansson, Pilou Asbæk, Takeshi Kitano, Juliette Binoche e Michael Pitt.
Il film è stato distribuito in Italia dal 30 marzo ed era possibile vederlo anche in 3D.


Ghost in the Shell è la storia del Maggiore Mira Killan che è quello che, molto banalmente, potremmo definire un cyborg.
In realtà Mira è molto di più, il suo Ghost (ovvero la sua anima, nello specifico il suo cervello) è stato impiantato in un corpo completamente non umano, ovvero lo Shell.
Il Maggiore viene impiegato come "arma speciale" dalla Sezione 9, nella lotta contro il terrorismo. Più precisamente, il suo scopo e quello della sua squadra, è quello di catturare Kuze, un terrorista che minaccia la città e cerca di sabotare i piani della Hanka Robotics, società a cui la Sezione 9 si appoggia.
Come sempre in questi casi, però, le cose non sono esattamente quello che sembrano e, Mira si ritroverà a fare un tuffo nel passato e con esso sarà costretta a fare i conti, mettendo in discussione quello che è il suo presente.

Prima di cominciare la recensione vera a propria, premetto che non sapevo assolutamente nulla di questo film e nemmeno dell'anime/manga da cui è tratto.
Avevo sentito nominare ancora Ghost in the Shell, e un paio di anni fa (se non erro) era stato riproposto il film di animazione sotto forma di proiezione speciale. Avevo sentito svariati commenti a riguardo, tra cui quello che avesse una base horror, che mi avevano spinto a non andarlo a vedere.
In realtà non è un horror nemmeno lontanamente, anzi si tratta di un film decisamente interessante e mi pento di non essermi approcciata prima ad esso.

La trama, anche se in apparenza non sembra, è davvero molto intricata e affronta temi per nulla scontati e anche di una certa importanza. Si parla di vita e morte, di passato e presente e anche di realtà e finzione...ma soprattutto, a mio parere, si parla anche di accettazione di sé stessi, di ricerca direi, dell'importanza della conoscenza del proprio passato e dei legami con esso.
Non so se mi sono spiegata molto, spero che il mio pensiero sia chiaro soprattutto a chi ha visto il film.
Mira, infatti, si ritrova costretta da cause di forza maggiore a fare i conti con il suo passato e con le bugie che la Sezione 9 le ha raccontato pur di continuare ad averla dalla loro parte. Allo stesso tempo, questo le permette di scoprire di più della sua vita prima di essere il maggiore e quindi di dover ritornare in contatto con la sua parte umana.

Basandomi esclusivamente su quello che ho appreso dal film, trovo che i personaggi siano stati caratterizzati molto bene.
Ognuno dei protagonisti, non solo Mira, ha una struttura solida e caratteristiche specifiche che permettono allo spettatore di identificarli facilmente. 
Mi è piaciuta moltissimo l'interpretazione di Scarlett Johanson, l'ho trovata molto calata nella parte e in sintonia con il personaggio. Devo ammettere, però, che io sono un po' di parte perchè la Johanson è una delle mie attrici preferite nel panorama straniero.
Ho apprezzato anche l'interpretazione di Michael PittPilou Asbæk, così come i rispettivi personaggi, ovvero Kuze e Batou. Secondo me due personaggi molto interessanti su cui mi piacerebbe venire a sapere qualcosa di più.

Una cosa molto importante e per cui, secondo me, è necessario spendere qualche parola, sono gli effetti speciali!
Senza dubbio c'è stato un lavoro non da poco per quanto riguarda gli effetti di questo film: solo le proiezioni olografiche delle pubblicità tra le via della città sono spettacolari.
Per non parlare delle ambientazioni davvero molto ben curate e strutturate, rese nei minimi dettagli e con enorme cure. Anche il trucco dei personaggi mi ha molto colpito.

Spulciando il web, ho notato diverse critiche riguardo Ghost in the Shell e mi ha stupito principalmente il fatto che sia stato ritenuta una pellicola mediocre.
Mi rendo conto che io parlo da profana e da ignorante, perché non ho la minima idea di come siano l'anime e il manga, ma trovo esagerato l'atteggiamento della critica. Penso che il paragone sia inutile, che si debba guardare il film in sé e per sé e non come trasposizione di qualcos'altro, perché c'è anche chi anime e manga non li conosce e potrebbe essere spinto ad avvicinarsi proprio grazie al film.

Personalmente, lo consiglio a chi ama questo genere cyber/fantasy, a chi vuole passare un paio d'ore in compagnia di un film niente male, che fornisce anche spunti di riflessione e anche a chi conosce già Ghost in the Shell, perché non bisogna mai precludersi nulla.


Detto questo, vi confesso che, per quanto mi sia piaciuto parecchio, non lo posso mettere al livello di altri film che mi hanno preso in maniera diversa e sotto diversi punti di vista.
Non vi so spiegare il motivo, forse è solo una questione di impatto a pelle.

Il mio voto è:
✰✰✰✰
4/5

Alla prossima!

Silvia

venerdì 21 aprile 2017

Sono andata al cinema #6 | Oltre le nuvole. |

Ma secondo voi, dopo Your Name, potevo perdermi un altro film di Makoto Shinkai?
Ovviamente no!



Trama:
Cosa si staglia oltre le nuvole?
Si tratta di un’enorme torre bianca: fonte di mille dibattiti e ispirazione per innumerevoli fantasie. La torre ha segnato un punto di svolta nel paese e simboleggia un Giappone alternativo che, dopo la seconda guerra mondiale, è diviso in due parti: una occupata dall’Unione e l’altra sotto il controllo di un’alleanza tra Giappone e Stati Uniti.

La storia, poetica e fantastica come da tradizione di Shinkai, è ambientata negli anni ’90, quando il paese si riunisce e soltanto Hokkaido rimane occupata dall’Unione, che costruisce una torre smisurata: si tratta di un’arma in grado di trasformare il mondo in un universo completamente differente. Intanto due amici, Hiroki e Takuya, lavorano da tempo ad un aereo; il loro sogno è quello di avvicinarsi alla Torre per vedere finalmente cosa si nasconde oltre di essa. A poco a poco una ragazza di nome Sayuri si unisce a loro ed insieme diventano un trio inseparabile. I due adolescenti promettono di portare la ragazza con loro per scoprire cosa ci sia al di là della Torre, ma un giorno Sayuri scompare senza lasciare traccia. La promessa appare dunque infranta: Hiroki e Takuya abbandonano il loro sogno e le loro strade si dividono. Il destino però li riunirà anni più tardi, ma ora sono adulti e le cose sono cambiate. La promessa che li legava un tempo può essere considerata ancora valida?








Oltre le nuvole, il luogo promessoci (雲のむこう、約束の場所 Kumo no mukō, yakusoku no basho) è un film di animazione giapponese del 2004, scritto e diretto da Makoto Shinkai (lo stesso di Your Name e 5cm al secondo).
Il film dura all'incirca un'ora e mezza e, grazie ad una collaborazione tra Dynit e Nexo Digital, l'11 e il 12 aprile è stato proiettato al cinema come proiezione speciale per "La stagione degli anime".

Avendo apprezzato moltissimo Your Name (la mia recensione qui), ero molto curiosa di vedere anche questo film di Makoto Shinkai. Anche questa volta non sapevo assolutamente nulla della trama (qui sopra, vi riporto quella di Nexo Digital) e, lo devo ammettere, andare al cinema "a scatola chiusa" non è una brutta idea, soprattutto con un film che dura così poco.

Oltre le nuvole, il luogo promessoci racconta la storia di Hiroki e Takuya, due ragazzi all'ultimo anno delle scuole medie che, nei ritagli di tempo (e grazie ai piccoli stipendi del lavoro estivo) stanno costruendo un aereo.
Il loro sogno è quello di raggiungere la grande torre che si erge sull'isola di Hokkaido.
A loro si aggiunge Sayuri, una giovane compagna di scuola, a cui i due ragazzi permettono di vedere il loro aereo, promettendole di portarla con loro.
Sayuri, però, confessa ai due giovani di fare dei sogni molto strani, che sembrano mostrarle dei mondi paralleli.

A questo punto, ci troviamo davanti ad un discreto salto temporale.
Veniamo proiettati avanti di tre anni, le strade dei due amici si sono separate e Sayuri, dopo essere scomparsa improvvisamente, si trova in un letto di ospedale in coma, come addormentata, da esattamente tre anni. Da qui comincia la seconda parte del film, in cui veniamo a conoscenza di alcuni dettagli sulla Torre di Hokkaido e sui sogni di Sayuri, che sembrano essere strettamente collegati alla torre.

Oltre le nuvole, il luogo promessoci è il primo film di animazione realizzato da Makoto Shinkai e, secondo me, si nota che questa è la sua prima opera.
Da un punto di vista della trama, si vede che la storia è ben studiata e l'idea di fondo è davvero ottima; purtroppo però ci sono diversi buchi che lo spettatore, nel corso della proiezione, non fatica a riscontrare.
Secondo me, quella di Oltre le nuvole, sarebbe la trama perfetta per un libro, perchè sarebbe possibile ampliare diversi concetti che, nel caso del film, sono rimasti in sospeso.
Se dovesse esistere, come nel caso di Your Name, una versione libresca di questa storia, credo che vorrei assolutamente leggerla!

Anche da un punto di vista grafico si nota una certa inesperienza, soprattutto per la resa dei personaggi.
Personalmente ho apprezzato molto di più lo stile di Your Name, sicuramente più curato e dettagliato.
Per quanto riguarda i persoanggi, infatti, lo stile si rivela leggermente più spigoloso e meno dolce, rispetto ai film seguenti. Una cosa che proprio non mi piace, ad esempio, sono le righette nere sulle guance del personaggio (se avete visto il film, sapete a cosa mi riferisco).
La qualità ne risente anche nelle inqudrature più da lontano, in cui si da precedenza al paesaggio, perchè i protagonisti perdono definizione e accuratezza nella resa.

Lo stesso non si può dire delle ambientazioni e dei paesaggi.
Trovo che Shinkai abbia uno stile nella resa dei luoghi e dei paesaggi che non si può definire in altro modo se non meravigliosa!

I paesaggi in cui si snoda la vicenda hanno, senza ombra di dubbio, un'importanza fondamentale per la trama e, proprio per questo, sono resi con minuzia nei particolari.
Le nuvole, ad esempio, sono realizzate così bene da sembrare reali e le inquadrature di solo paesaggio sembrano quasi delle foto.
Una cosa che mi è piaciuta moltissimo (anche in Your Name) è la scelta del colore, soprattutto nel cielo.
Ogni sfumatura, ogni accostamento, sembra studiato nei minimi particolari e nulla sembra lasciato al caso.

Personalmente ho notato una cura maggiore per le ambientazioni piuttosto che per i personaggi in sè.

Un dettaglio importante, anche per questa pellicola, sono le musiche e la colonna sonora che si adattano perfettamente ai momenti della trama e diventano parte integrante della narrazione. Penso che, se togliessero le musiche, non ci potrebbe essere lo stesso coinvolgimento da parte dell spettatore.


In generale, il film mi è piaciuto molto.
Sono stata contenta di aver avuto l'occasione di vederlo e penso proprio che cercherò di recuperare altre opere di Makoto Shinkai, perchè non si può negare che sia un artista straordinario.
Mi piace questo suo interesse per i mondi paralleli, i sogni e legami spirituali che questi possono generare.

Nonostante i diversi lati postitivi, probabilmente perchè è la prima opera di questo regista, non ho percepito lo stesso coinvolgimento che c'è stato con Your Name.
Mi è piaciuto, è stato emozionante, ma non quanto mi aspettavo.

Senza dubbio lo consiglio, soprattutto se vi è piaciuto Your Name o se già conoscevate altre opere di Makoto Shinkai.

Il mio voto, però, è:
✰✰✰ e mezzo
3,5/5



Alla prossima!

Silvia

giovedì 20 aprile 2017

#18 Cosa penso di: Fiore di cactus | recensione |

Prima lettura di aprile!
Ce la farò ad essere puntuale una volta nella vita? Non si sa...



Fiore di cactus.
di Francesca Lizzio.

Editore: Panesi Edizioni
Pagine: 187
Prezzo: 10,00€ (ebook 2,99€)

Trama:
Sara è una ragazza timida, intelligente, con la battuta sempre pronta, eppure nasconde la sua fragilità sotto un'armatura.
La vita l'ha resa cinica e amara. 
Un giorno conosce Andrea, un ragazzo attento e gentile che con smisurata pazienza riesce a farsi spazio nella sua vita.
Sarà lui a indurla a rimettere in discussione tutto quello in cui crede. 
Sara così ripenserà al percorso che l'ha resa la donna che è,si chiederà se riuscirà pi a lasciarsi amare, se certe paure potranno essere sconfitte o se invece non ci sarà più nulla da fare.
Se una come lei merita una seconda occasione. Perchè anche un cactus ha un cuore, ha solo bisogno di qualcuno che creda in lui e non abbia paure delle sue spine.



Comincio questa recensione col dire che, nonostante io sia palesemente di parte (perchè conosco Francesca), cercherò di essere obiettiva fino alla fine.

Quando Francesca mi ha detto di aver scritto un libro che presto sarebbe stato pubblicato, non ho potuto che essere felice per lei, perchè se lo merita davvero!
Ovviamente, appena ho potuto ho acquistato la versione ebook perchè non potevo aspettare che uscisse il cartaceo.

Fiore di cactus è la storia di Sara, una ragazza poco più che ventenne che ha rinchiuso il suo cuore in una gabbia di spine, un po' come fa un cactus.
Ripara la sua fragilità e la sua dolcezza con una discreta dose di cinismo e sarcasmo, ma soprattutto si auto-preclude la possibilità di essere nuovamente felice con qualcuno accanto, per colpa di esperienze passate che l'hanno costretta a modificare il suo modo di essere.
Tutto questo, finchè non conosce Andrea, un ragazzo allegro, sicuro di sè, positivo...forse troppo perfetto per essere vero, che la fa sentire come mai si era sentita prima.
Potrebbe essere il ragazzo giusto per lei, potrebbe essere il grande amore della sua vita ma... C'è sempre un ma che la frena e le fa tirare fuori le spine.
Sarà in grado Andrea di far sbocciare un fiore tra le spine che avvolgono il cuore di Sara? 
E Sara riuscirà finalmente a lasciarsi andare e a liberarsi di tutti i suoi preconcetti, le paure e le insicurezze?
Leggete il libro e lo scoprirete. 😉

Conoscendo già Francesca e il suo blog (qui), avevo già una certa confidenza con il suo stile di scrittura, per questo, per me non ci sono state sorprese.
Ho apprezzato la storia dalla prima all'ultima parola (anche il finale che è un lieto fine a metà) e mi è piaciuta molto l'idea di inserire il "Diario di Sara" al termine del romanzo principale, perchè consente al lettore di entrare più in sintonia con la protagonista.
Tra i brani presenti nel diario, oltre tutto, ho riconosciuto alcuni dei miei articoli preferiti provenienti dal blog dell'autrice.

Sara è una ragazza dal carattere forte e fragile allo stesso tempo, ha molti pregi, ma non si può dire che sia perfetta, anzi, anche lei ha i suoi difetti. E questo è proprio quello che me l'ha fatta apprezzare di più: non abbiamo davanti la classica protagonista che non subisce un cambiamento, che non matura o si evolve e che appare fin troppo perfetta per essere paragonabile ad una ragazza vera.
Sara è reale e realistica.
Ecco perchè mi è stato anche fin troppo facile identificarmi in questo personaggio e vedere in lei diversi tratti del mio carattere (difetti compresi).
Anche Andrea è un personaggio reale.
All'inizio, visto che noi lo conosciamo attraverso gli occhi di Sara, appare come il classico ragazzo perfetto in apparenza, ma che ha più di qualcosa da nascondere. Nel corso della vicenda, però, veniamo a conoscenza di fatti del suo passato che ci permettono di capire molti dei suoi atteggiamenti. Anzi, è proprio lui che ci spiega chi è e perchè è così, nella speranza che anche Sara lo capisca meglio.
Ho provato subito una grande simpatia per Isa, la migliore amica di Sara e non ho potuto fare a meno di sorridere per i siparietti comici che si creano tra le due ogni volta che cominciano discorso.
Lo stesso vale per gli scambi di battute tra Sara, la madre e Miriam la sorella minore.

Da un punto di vista più generale, i personaggi sono tutti caratterizzati in maniera ottima e accurata, anche se si tratta di personaggi secondari, come la famiglia di Sara, o che fanno una breve apparizione, come gli amici di Andrea.

Anche da un punto di vista descrittivo, lo stile di Francesca mi è piaciuto molto.
Le ambientazioni, i luoghi, gli abiti sono descritti in maniera semplice ma curata; al lettore vengono forniti molti dettagli ma gli viene data anche la possibilità di farsi una propria idea.
Insomma, non stiamo parlando di descrizioni pompose lunghe tre capitoli, che non arrivano a nulla.
Si tratta di pochi dettagli, precisi e mirati, che tracciano però un ottimo quadro della situazione dando uno spazio più ampio a quella che è la storia dei personaggi e, soprattutto, ai lori sentimenti.

La mia è stata una lettura veloce e molto scorrevole.
Mi sono lasciata trasportare dalla narrazione e sono stata coinvolta dalla trama, al punto che ho letto il libro i soli due giorni ( e solo perché erano le 3 di notte, altrimenti l'avrei finito in uno).
Senza ombra di dubbio è un libro che consiglio a tutti!
Si tratta di una storia semplice, di tutti i giorni, in cui ognuno di noi può rispecchiarsi facilmente. Uno spaccato sulla vita quotidiana, non sempre facile, di una ragazza italiana che cerca di barcamenarsi tra lavoro, famiglia, sentimenti nuovi e nuove esperienze.
A mio parere un ottimo romanzo d'esordio ♡

Il mio voto è:
✰✰✰✰✰
5/5


Alla prossima!

Silvia

venerdì 14 aprile 2017

#4 Diario di bordo: Il mio mese di MARZO.


Ovvero, di compleanni, fiere comics, cinema, festeggiamenti e box favolose!

L'idea iniziale, lo ammetto, era un'altra: avevo pensato di raccontarvi gli aventi a cui avevo occasione di partecipare, ma mi sono resa conto che non è sempre facile scrivere un articolo decente che mi permetta di dirvi davvero tutto.
Così ho deciso di fare un mix tra il riassunto del mese e i preferiti, in modo da poter dedicare qualche riga un po' a tutto.

Ma cominciamo!

Marzo è iniziato un po' così, con qualche stress per colpa del nuovo modem che ha deciso di non funzionare, o meglio non ha mai iniziato a farlo.
Grazie al cielo, dopo aver tartassato il 187 per quasi tutto febbraio, a metà del mese (il 14, per la precisione), proprio quando scadeva il periodo di prova per il recesso, è arrivato il tecnico e ora navigo come una scheggia!
Ebbene sì, adesso in casa Fox è arrivato il wi-fi con annesso internet illimitato!
Le piccole soddisfazioni della vita!

Ma, andando oltre a questo piccolo intoppo, a marzo ho avuto modo di fare diverse cose davvero carine ed interessanti!

Andando con ordine, sono andata al cinema con Cristina a vedere Logan: the Wolverine.
Ho amato questo film!
Ma io sono di parte perché adoro Wolverine e Hugh Jackman
Non comincio a parlarne se no rischio di andare avanti per altri venti minuti. Qui, trovate la mia recensione dove sproloquio a sufficienza.
Vi dico solo che sì, è abbastanza violento e cruento come film, ma che è anche emozionante, triste, malinconico e commovente.
Ho apprezzato tutto, non c'è nulla che non mi sia piaciuto!





Pochi giorni dopo è arrivato il mio compleanno!
Ormai sono 27, quasi non ci credo che i 30 siano così vicini.
Li vedo, dietro l'angolo che mi osservano con fare minaccioso 😂

Vabbè, scherzi a parte, il 18 (che è il giorno del mio compleanno) ho festeggiato con i miei genitori.
Siamo andati a fare un giretto ad Arquà Petrarca.
La giornata non era delle migliori, perché c'era un riflesso fastidiosissimo per colpa del sole completamente coperto dalle nuvole, ma sono riuscita a fare molte foto.
Sono davvero soddisfatta del risultato, nonostante la luce poco favorevole e il cielo praticamente bianco.
Ho mangiato un piattino di affettati buonissimo e mi sono divertita!
Se volete vedere le foto, qui trovate il mio album di Facebook ( l'ho messo pubblico appositamente per mostrarvelo).

Il giorno dopo sono andata con Cristina al Be Comics a Padova.

Era il primo anno che a Padova organizzavano una fiera del fumetto ed è stata davvero carina.
Certo, si vedeva che era il primo anno, perché alcuni dettagli dell'organizzazione non erano molto curati, ma io mi sono divertita.
Mi è piaciuto che sia siano ispirati al Lucca Comics, con i padiglioni in tutto il centro città e con i cosplay non solo in zona palco, in Prato della Valle, ma anche in giro per la città.
Non ho fatto molte foto, come speravo, ma sono riuscita a trovare tutto quello che cercavo.
I miei acquisti sono stati:

  • La memoria dell'acqua di Mathièu Reynes e Valérie Vernay, edito da Tunuè per la collana Tipitondi.
  • Mille tempeste di Tony Sandoval, edito da Tunuè per la collana Prospero's book.
  • Ale e Cucca volume 3 di Elisabetta Cifone, edito da Kasaobake.
Dato che era appena passato il mio compleanno, Cristina ha deciso di farmi una piccola sorpresa, portandomi in fumetteria a scegliere il mio regalo.
Ecco cosa mi ha preso:

  • Il cane che guarda le stelle - racconti - di Takashi Murakami, edito da J-Pop.
  • Shuriken & Pleats volume 1 di Matsuri Hino, edito da Planet Manga.
  • Inu X Boku secret service volumi 5 e 6 di Cocoa Fujiwara, edito da Star Comics.
Abbiamo mangiato delle buonissime patatine fritte da Idem con patate (via Daniele Manin, Padova - per chi volesse provare) e la giornata si è conclusa con un Bubble Tea da Ruggi. Era la prima volta che lo assaggiavo ed è diventato subito la mia bevanda preferita, non vedo l'ora di provarne altri!

Sempre a marzo, qualche giorno dopo il mio compleanno, sono andata al cinema a vedere La Bella e la Bestia!
Questa volta sono andata da sola, approfittando di uno spettacolo a 4,00€.
La sala era piena e non solo di bambini, anzi forse per la maggioranza erano miei coetanei.
Il film mi è piaciuto molto, ho canticchiato dentro di me le canzoni (anche se non erano proprio quelle che conoscevo io), ho riso, mi sono anche un po' commossa e mi sono innamorata nuovamente dell'abito giallo di Belle.
Ho apprezzato tantissimo Emma Watson, che per me è e sarà sempre una Belle perfetta!
Se volete saperne di più sui miei vaneggiamenti post film, qui trovate la recensione.

Quello stesso giorno è arrivata la Born to Read Box di marzo che, proprio per celebrare l'uscita al cinema de La Bella e la Bestia, era a tema favole.
Qui accanto potete vedere il contenuto della box.

  • Un gioco da tavolo a tema favole.
  • Un quadernino dedicato a La Bella e la Bestia.
  • Due segnalibri magnetici con le principesse. Io ho trovato Aurora e Biancaneve.
  • Un segnalibro a forma di fiocco di neve.
  • Una candela profumatissima, glitterata e con una confezione stupenda.
Come sempre, nelle ultime box, c'è anche la possibilità di accedere ad una piccola rivista grazie ad un codice presente dietro la cartolina.
Cosa vi posso dire di questa box, se non che mi è piaciuta moltissimo?!
Non vedo l'ora di avere un pomeriggio libero e tranquillo per farmi una partita con il gioco da tavolo e sfidare mia mamma. Dato che le favole da piccola me le leggeva lei, mi darà del filo da torcere 😃

Come potete vedere, marzo è stato un mese pieno di cose belle e di eventi interessanti!
ho fatto dei buoni acquisti, imparato cose nuove, fatto delle belle foto, m sono divertita e ho trascorso davvero del tempo di qualità.

Ed ora, per concludere questo articolo mega lungo, un piccolo angolo "preferiti de mese".
Non so quali siano le categorie standard e se esistano, così me le invento di sana pianta.

LIBRO: Le fiamme di Darastria di Laura Fornasari, edito da Ailus Editrice.
Non vedevo l'ora di leggerlo! Qui la recensione.

FILM: ovviamente Logan: the Wolverine e La Bella e la Bestia.
Ve ne ho già parlato a sufficienza.

SERIE TV: Da sempre e per sempre The Vampire Diaries stagione 7, ma anche Flash stagione 3, con Tom Felton.

CANCELLERIA: La bellissima penna gel di Legami Milano.
L'ho presa solo nera, ma presto recupererò anche la blu e la rossa.

TE' e TISANE: La tisana Zenzero e limone della Pompadour.
Perfetta anche tiepida, lascia un leggero pizzicorio in bocca che è il massimo. E poi lo zenzero è un toccasana per il raffreddore e gli stati pre-influenzali.

ACCESSORIO: La mia collana "When in doubt go to the library", trovata nel Born to Read Box di settembre, che mi ha fatto compagnia in ufficio, facendomi sentire un po' ad Hogwarts.
E la mia borsa nuova, in vera pelle (pagata poco, rispetto alla qualità), piccola ma super capiente.

CANZONE: Shape of you di Ed Sheeran.
L'ho ascoltata a ripetizione, ho imparato le parole a memoria e, quando non mi sente nessuno, la canto pure.

MAKEUP: La super palette di Yves Rocher, recuperata in extremis con i saldi invernali, è talmente piena di ombretti che ancora devo provarli tutti.

APP: Si chiama APRIL, è un'app molto semplice per ritoccare le foto e fare collage.
L'ho usata tantissimo per aggiungere cornici e scritte alle foto di Instagram.

YOUTUBE: A marzo ho fatto una full-immersion nei video di Valeria di Read Vlog Repeat.
Ero parecchio in arretrato e necessitavo un recupero!
Mi piacciono i suoi video, ci sono sempre tanti bei consigli di lettura e non solo.

Finitoooooo!!!
Ditelo che vi ho annoiato a morte, siate sinceri. 
Per vostra fortuna, tutto questo bla bla bla, vi toccherà una sola volta al mese...


Ci vediamo ad aprile!

Silvia.


venerdì 7 aprile 2017

#17 Cosa penso di: Sherlock vol. 3 e Tobiko | recensione |

E concludiamo il mese con le letture non librose del mese di marzo.
A marzo ho letto un manga e una graphic novel, avevo in programma altre letture di questo genere ma non sono riuscita ad incastrarle tra un libro e l'altro.

Sherlock vol. 3 Il grande gioco

Manga.
Categoria: Seinen (Drammatico, Mistero, Psicologico)
Autore: Steven Moffat, Mark Gatiss.
Disegni: Jay
Editore: Planet Manga
Pagine: 256
Prezzo: 4,50 € 


Avendo già recensito i primi due numeri di questa serie, c'è poco che posso aggiungere.
Vi dico solo che questo, a mio parere, è il volume più appassionante ed entusiasmante che ho letto! 
Principalmente perché i casi da risolvere sono un susseguirsi adrenalinico di deduzioni, scontri, inseguimenti e battute; e poi perché entra in scena Moriarty: acerrimo nemico di Sherlock e personaggio decisamente interessante da non sottovalutare per importanza.
Se avete letto i primi due volumi, questo non potete perdervelo!

Il mio voto è:
✰✰✰✰✰
5/5


Tobiko

Graphic Novel.
Genere: dammi tre parole: cuore, robot, distruttore
Autore: Maurizia Rubino
Editore: Bao Publishing
Pagine: 152
Prezzo: 18,00€ (ebook 8,99€)

Tobiko narra la storia della piccola Tobiko, una ragazzina cresciuta dai corvi, e Pop un orsetto che nasconde un grande segreto. In uno scenario post apocalittico e fantastico, dove le fazione dei corvi e degli orsi si fronteggiano senza pietà, Pop aiuterà Tobiko a realizzare il suo più grande sogno: costruirsi un paio di ali. 
La trama di questa graphic novel mi è piaciuta molto e mi ha davvero colpito per la sua originalità, nonostante il sentimento d'amore che lega Tobiko e Pop mi abbia lasciato un po' perplessa. Ho apprezzato moltissimo lo stile della Rubino: dolce, dai tratti tondeggianti, semplici ma d'impatto a tratti in contrasto con la scelta cromatica. I colori scelti, infatti, sono luminosi e sgargianti sui toni del viola, rosa, verde e blu, ma incupiti dal nero che predomina in ogni tavola.
Da un punto di vista grafico, Tobiko è una graphic novel magnifica, purtroppo però non mi ha soddisfatta a pieno per quanto riguarda la trama che mi è sembrata troppo sbrigativa e con diversi vuoti e punti irrisolti (o risolti troppo velocemente).

Il mio voto è
✰✰✰
3/5

giovedì 6 aprile 2017

#16 Cosa penso di: Fiabe Lapponi | recensione |

E per concludere ecco qui la mia quinta lettura del mese di marzo!
Anche se sarebbe più giusto dire che è la prima, nel senso che l'ho cominciata per prima con tanti buoni propositi e poi nel mentre ho letto anche tutto il resto...




Fiabe Lapponi
di Autori vari.

Editore: Iperborea
Pagine: 192
Prezzo: 16,00€ (ebook 8,99€ )

Trama:
L'incanto del "c'era una volta" nelle più remote terre del Nord.
In questa antologia di fiabe e leggende rivive il patrimonio di tradizioni, miti e credenze di quella che per lungo tempo è rimasta una minoranza etnica isolata.
Un mondo di magie e metamorfosi, di foreste stregate, cavalcate nella neve in sella alle renne e grandi laghi attraversati sugli sci, dove la fantasia si combina con la realtà quotidiana e le usanze ancestrali.
Un mondo in cui cacciatori e pescatori sfidano gli spiriti della terra in cerca di fortuna, salvano principesse rapite da demoni, affrontano prove per conquistare regni al di la del mare, destreggiandosi tra gli agguati dei giganti e gli inganni di orchi goffi.
Primo volume di una serie dedicata alle fiabe scandinave, "Fiabe Lapponi" attinge direttamente alle prime raccolte scritte nell'Ottocento, quando l'Europa, sulla scia dei fratelli Grimm, riscopriva il valore letterario di questo racconto orale.
Riscoperta che soprattutto per la Lapponia ha rappresentato anche una ricerca delle radici culturali e della propria indipendenza linguistica. Espressione di una saggezza popolare a volte amara, derivata dalle dure lezioni della natura e della storia, ogni fiaba riserva qualche sorpresa, un crudo colpo di scena, un lieto fine mancato ma lasciando il dovuto spazio ai sogni e al gusto del narrare, racconta l'errare umano attraverso una smaliziata ironia.



Comincio questa recensione col dire che, con questo libro partecipo alla sfida di lettura di Le parole segrete e che il tema di marzo era una raccolta di racconti, fiabe, poesie.
Dovete sapere che le raccolte di racconti mi hanno sempre affascinato molto, soprattutto se sono a sfondo mitologico/folkloristico, per questo quando mi si è presentata l'occasione di acquistare Fiabe lapponi ho subito preso la palla al balzo.

Come avete potuto leggere dalla trama, Fiabe lapponi è una raccolta di racconti più o meno brevi che si rifanno alle leggende, ai miti e al folklore della Lapponia.
Trattandosi, per l'appunto, di una raccolta, non è facile parlarvi della trama e dei personaggi entrando nello specifico, perciò cercherò di farvi un resoconto generale.

Entrare in "sintonia" con lo stile di scrittura non è molto facile e nemmeno così immediato. Trattandosi di fiabe che, inizialmente, venivano tramandate per via orale lo stile è tipico del parlato e, in alcuni dettagli si sente una commistione con la successiva trasposizione scritta dell'Ottocento.
Insomma un'impresa non proprio semplice.
Non che si tratti di uno stile complesso con termini difficili o tecnici, in realtà è tutto molto semplice e per nulla arzigogolato è solo l'insieme che mette un po' in confusione (se così si può dire).

Personalmente ho avuto qualche difficoltà all'inizio, ma poi sono riuscita a destreggiarmi con questo particolare approccio alla narrazione.

I personaggi sono strutturati in maniera piuttosto semplice, nonostante ognuno abbia i suoi tratti tipici ed identificabili. Ad esempio, abbiamo lo Stallo, personaggio tipico del folklore lappone, che ricorre spesso nei vari racconti a volte come protagonista positivo, altre come antagonista; si tratta di un gigante non molto intelligente, un po' goffo e impacciato.
Oltre allo Stallo, abbiamo i cacciatori di renne, gli allevatori, le figure mistiche che praticano riti magici in onore della natura (anche in questo caso a volte sono figure positive e altre negative), che compaiono spesso nei racconti.

Un tratto particolare delle varie fiabe è la componente magica e mistica.
Un dettaglio che mi ha molto colpito e appassionato fino alla fine, perché penso sia proprio quello il filo conduttore dell'intera raccolta e delle leggende lapponi in generale.

In generale questo libro mi è piaciuto, perché è sempre un argomento che mi appassiona.
Purtroppo, però, ho avuto non poche difficoltà a terminarlo a causa proprio dello stile di scrittura che ha reso la lettura molto lenta e a tratti pesante.
Vi accennavo nella scorsa recensione (ma anche qui sopra) che ho accompagnato la lettura di questa raccolta al resto della tbr di marzo perché, se avessi dovuto aspettare di terminare questo libro, probabilmente non sarei riuscita a leggere niente altro.
Per la prima volta sono riuscita a leggere due libri contemporaneamente, cosa che solitamente non mi riesce.
Questo è un gran merito di questa raccolta (seppur a livello personale) perché mi ha permesso di capire che posso anche riuscire a leggere due libri nello stesso momento.

In conclusione, posso dire che questo libro ha sicuramente un valore "morale" e dal punto di vista dell'argomento è stato senza dubbio molto interessante.
La lettura però è risultata lenta, poco scorrevole e in certi punti un po' faticosa.

Consiglio questo libro agli amanti delle raccolte, del folklore e a chi è in grado di accompagnare due letture.
Per gli altri, forse potrebbe risultare una lettura più ostica del previsto.

Nonostante tutto, penso proprio che recupererò anche gli altri libri della serie, perché il mio amore per i racconti è sconfinato e non si ferma qui.


Il mio voto è:
✰✰✰
3/5





Alla prossima!


Silvia

#15 Cosa penso di: Fuga dal Paese delle Meraviglie | recensione |

Veloce come la luce vi propino anche la recensione della mia quarta lettura di marzo!
Che, per la prima volta, è avvenuta in contemporanea con la quinta...presto capirete perché.




Fuga dal Paese delle Meraviglie
- la vera storia della Regina di Cuori -
di Elisa Puricelli Guerra.

Editore: Il Battello a Vapore
Pagine: 276
Prezzo: 16,00€

Trama:

La futura Regina ha tredici anni e il destino segnato: al compimento dei quattordici anni sposerà il suo cinquantunesimo pretendente e salirà sul trono del Pese delle Meraviglie.
Così è da sempre, lo dice la Legge.
Tra le mura soffocanti del palazzo, però, la ragazza prova una strana nostalgia per qualcosa che non sa neppure se esiste.
"Sciocchezze" dicono i genitori.
Eppure lei, appena può, si rifugia in biblioteca e legge di mondi lontani e avventure mirabolanti. E proprio tra le pagine di un libro la ragazza fa una scoperta che cambierà la sua vita: il Tempo è un uomo. E può disporre del destino di ogni persona,
Pare sia meglio non disturbarlo, ma lei ormai ha deciso: scapperà dal palazzo e lo troverà per convincerlo a fermare le lancette, in modo che lei possa non diventare mai la Regina di Cuori.




Vi ho già accennato alle mie perplessità su Alice nel Paese delle Meraviglie in un'altra recensione e vi ho anche parlato di come quel libro in particolare mi avesse fatto rivalutare il romanzo di Carroll.
Ebbene, questo libro mi ha fatto rivalutare un personaggio in particolare: la Regina di Cuori.
Non è per nulla facile farsi stare simpatica una che minaccia di tagliarti la testa ogni due per tre, converrete con me. Eppure quella che impariamo a conoscere in questo libro non è la Regina di Cuori che ci aspettiamo.

Quella che incontriamo in questo libro è un Regina di Cuori che è ancora una Futura Regina di tredici anni.
Ebbene sì, perché alle Regine il nome viene dato insieme al titolo nobiliare, una volta compiuti quattordici anni. C'è solo un problema: la nostra Futura Regina non vuole diventare Regina.
Lei vuole viaggiare, imparare cose nuove ed esplorare il Regno e tutto quello che si trova fuori dalle mura del castello, che per lei altro non è se non una prigione.
Ecco perché decide di scappare, andare alla ricerca di Messer Tempo e chiedergli di non farle mai compiere quattordici anni.
Durante la fuga, però, si imbatterà in una piccola compagnia di ragazzini che diventeranno suoi amici e compagni di avventure.
Con il Cavaliere Bianco sempre al seguito, la Futura Regina scoprirà cosa nasconde Gotta, il Consigliere reale, imparerà a tirare di scherma, esplorerà il regno e vivrà tante avventure.
Ma riuscirà a conoscere Messer Tempo?
Beh, questo lo saprete solo leggendo il libro.

Cosa vi posso dire di questo libro, se non che mi è piaciuto davvero molto nonostante sia un libro per ragazzi?!

Non si può non apprezzare fin da subito il personaggio della Futura Regina, che è decisamente diversa dalla Regina di Cuori che tutti consociamo. In questo caso abbiamo a che fare con una ragazzina di tredici anni, amante dei libri e dell'avventura, desiderosa di esplorare e conoscere e che non vuole crescere.
Non vi ricorda qualcosa?
Io, nella nostra Futura Regina, ho rivisto caratteristiche di altri personaggi Disney, come ad esempio Belle o Peter Pan. E questo mi è piaciuto particolarmente, anche se forse sono dei paralleli che ho notato solo io.
La Futura Regina ha un carattere deciso, è coraggiosa, forte, crede nell'amicizia (anche se impara cos'è solo dopo la sua fuga), non accetta le ingiustizie... insomma, è un personaggio completo ed interessante.
Devo dire che, ad esclusione di Gotta (che proprio non ho sopportato), non c'è un personaggio che non mi sia piaciuto. Ho trovato che ogni protagonista sia stato caratterizzato e strutturato in maniera ottima.
Senza contare che, oltre alla Futura Regina, incontriamo anche altri personaggi tipici di Alice nel Paese delle Meraviglie come ad esempio lo Stregatto, il Cappellaio Matto e fa anche una piccola apparizione il Bianconiglio. La nostra Futura Regina li incontra tutti, anzi, lo Stregatto le fa anche da aiutante (se così si può dire).

Anche da un punto di vista delle ambientazioni, il Paese delle Meraviglie ci appare simile ma diverso da quello a cui siamo abituati.
Ci sono molti luoghi facilmente riconoscibili, è vero, ma buona parte della vicenda si snoda in luoghi che prima non conoscevamo.
Si può dire che scopriamo l'intero regno insieme alla Futura Regina.

Ho apprezzato tantissimo le descrizioni dell'autrice, che è stata capace di catturare il lettore con poche pennellate, tracciando i confini di un mondo che non ha nulla da invidiare a quello di Carroll.

Lo stile di Elisa Puricelli Guerra mi è piaciuto molto!
Non conoscevo questa autrice, ma spero di recuperare qualche altra sua opera al più presto.
La narrazione mi ha coinvolto dalla prima all'ultima pagina, catapultandomi al fianco dei personaggi e facendomi emozionare.
L'ho trovato un libro perfetto per un pubblico giovane, ma anche per chi è un po' più grandicello, perchè no! Penso che sia costellato di messaggi importanti per entrambe le fasce d'età.

Un'ultima cosa che mi ha colpito di questo libro è la volontà dell'autrice di riscattare un personaggio solitamente poco apprezzato, raccontandone vicende importanti per la crescita interiore e spiegando in parte come si è poi evoluto negli anni.

Ci tengo a spendere qualche parola anche sulla copertina e sulla struttura del libro e dei capitoli.
La copertina mi ha colpito subito per l'accostamento di colori e per la bellissima illustrazione che riassume molto bene la vicenda e il personaggio della Futura Regina.
Per quanto riguarda la struttura dei capitoli, mi sono piaciute moltissime le illustrazione che si trovano all'inizio di ogni capitolo. Lo stile semplice, grafico e lineare mi ha colpito molto e da quel tocco in più al volume.

Non c'entra, ma dovevo metterla 😆

Insomma, per concludere questa recensione, non posso che consigliare questo libro indipendentemente dall'età, perché si tratta di una lettura scorrevole, appassionante, a tratti divertente e con diversi spunti di riflessione.

Il mio voto è:
✰✰✰✰ e mezzo
4,5/5




Alla prossima!

Silvia

mercoledì 5 aprile 2017

#14 Cosa penso di: Animali Fantastici (screenplay) | recensione |

Sono estremamente in ritardo, lo so, vi chiedo scusa.
Prometto di recuperare il più veloce possibile.
Cominciamo subito con la recensione della terza lettura del mese!


Animali fantastici e dove trovarli
Screenplay originale
di J.K. Rowling

Editore: Salani Editore
Pagine: 377
Prezzo: 16,90€ (ebook 12,99€)

Trama:

1926, New York: un tempo e un luogo in cui le vicende di un manipolo di persone - e creature - determineranno il destino di molti.
Tra loro: Newt Scamander, il primo (e forse unico) Magizoologo, la cui lotta per la protezione delle creature magiche del mondo prende una piega preoccupante quando alcuni dei suoi animali fuggono dalla valigia; Tina Goldstain, giovane (ex) Auror, impiegato al Magico Congresso degli Stati Uniti d'America; Queenie Goldstain, bella e impertinente sorella di Tina, capace di leggere nel pensiero; e Jacob Kowalski, un No-Mag che voleva solo aprire una pasticceria...








Partiamo dal presupposto che non ho la minima idea di come si possa recensire uno screenplay, giusto per mettere le mani avanti.
Per chi non lo sapesse, lo screenplay è molto semplicemente la sceneggiatura di un film.
Questo libro, infatti è la trasposizione dei dialoghi (e di qualche descrizione) dell'omonimo film.
Da qui il mio essere un po' perplessa sul come strutturare questa recensione, comunque ci provo e vediamo cosa ne esce.

Allora, la trama è ovviamente quella del film.
Ci troviamo a New York, cinquanta anni prima delle vicende del nostro caro Harry, e siamo in compagnia di Newt Scamander un mago inglese dall'aria svagata che viaggia con una strana valigia.
Nel suo bagaglio sono nascoste un gran numero di creature magiche che, all'improvviso fuggono e vagano libere per la città.
A questa vicenda di fondo, si intreccia la storia dei Secondi Salemiani, una setta che odia la magia, e di Grindelwald, un mago oscuro molto potente (che i fan di Harry Potter di certo hanno già sentito nominare).

Trattandosi di un libro un po' diverso dal solito, ho pensato di strutturare questa recensione in maniera un po' diversa: vi parlerò prima della struttura narrativa e dello stile e poi di personaggi, ambientazioni e quant'altro.

La struttura narrativa è quella tipica della sceneggiatura cinematografica. Abbiamo una suddivisione in scene, piuttosto che in capitoli e, all'inizio di ognuna di esse, ci viene precisato dove ci troviamo e se è un luogo interno o esterno.
C'è sempre anche una descrizione della scena, che ci da non solo una breve spiegazione del luogo in cui ci troviamo, ma anche del tipo di ripresa cinematografica che viene usata.
I nomi dei personaggi compaiono in maiuscolo con qualche accenno descrittivo che ci aiuta ad identificarli.
La scelta del maiuscolo, viene fatta anche per il dialogo che è stilisticamente diverso rispetto alla "narrazione".
Mi spiego meglio: se la narrazione ha uno scorrere lineare, occupando tutto lo spazio della pagina, il dialogo si trova incolonnato al centro. Inoltre, sotto al nome della persona che parla, troviamo tra parentesi un piccolo accenno al tono di voce o all'espressione facciale, che ci aiuta ad intuire il tono della conversazione.
Ogni scena è divisa dalla successiva con una piccola "cornicetta", costituita da una zampetta di animale e un ghirigoro. Ogni tanto, troviamo anche una rappresentazione grafica, lineare e molto semplice, di una delle creature magiche uscite dalla valigia di Newt.


Una  cosa che ho apprezzato molto di questo libro è il piccolo glossario di termini cinematografici che troviamo alla fine. Personalmente mi è stato molto utile, non intendendomi di questo argomento, per poter capire meglio il "dietro le quinte".
Devo dire che, a livello di impaginazione e struttura, Animali Fantastici è sicuramente migliore e più chiaro rispetto a La Maledizione dell'Erede, che è molto simile come genere.


Per quanto riguarda i personaggi, mi devo basare principalmente sul film, perchè dal libro non è possibile intuirne gran che.
Certo, abbiamo un quadro generale di ogni protagonista e anche una piccola descrizione e, da alcuni dialoghi e facilmente intuibile il carattere, ma ovviamente il film ci è molto più d'aiuto.
Credo sia inutile dire che ho apprezzato moltissimo il personaggio di Newt Scamander, che è anche il protagonista principale della vicenda. Mi è piaciuto molto come si relaziona con le sue creature magiche, ovvero in un modo totalmente opposto a come si approccia agli umani come lui.
Sembra sempre più a suo agio con gli animali che con le persone, con cui risulta chiuso e un po' distante, direi timido ma anche diffidente.
Devo per forza citare Eddie Redmayne che lo interpreta in maniera ottima, con una mimica facciale fantastica. Non avrei potuto pensare ad un attore migliore per questo personaggio.
Anche Jacob mi è stato subito simpatico, perché con lui è sicuramente più facile identificarsi essendo un Babbano come noi. Penso che la sua reazione, una volta entrato in contatto con la magia, potrebbe essere quella di tutti noi.
Un altro personaggio che ho amato e che mi ha fatto tanta tenerezza è Credence, sul quale posso svelarvi davvero molto poco perché, credetemi, lui è un personaggio molto importante.
Penso sia impossibile non provare tenerezza per questo ragazzo così bistrattato e maltrattato, che ha solo bisogno di affetto e di qualcuno che gli stia vicino. Voi non potete capire quanto mi abbia fatto star male il finale (del film e del libro) per quanto riguarda questo personaggio.

Per quanto riguarda le ambientazioni, in riferimento al libro c'è poco da dire, perchè non abbiamo moltissime descrizioni che ci consentano di farne un'analisi.
Per dire una parola, però, basandomi sul film, posso dire che le ambientazioni mi hanno colpito molto per la resa precisa, per i colori e anche per gli effetti speciali che sono davvero fenomenali.
Ottima è anche la realizzazione delle creature magiche, che non avrei potuto immaginare in maniera migliore, anche se avrei preferito vederne qualcuna in più.
Confido nei prossimi film.

Lui è il mio preferito ♡


Per concludere, consiglio questo libro principalmente a chi ha già visto il film perché è un po' come ritornare accanto a Newt, Jacob, Tina e gli altri una seconda volta.
Leggendo lo screenplay mi è sembrato di rivedere il film e ho ricordato spezzoni che, a distanza di tempo, avevo dimenticato o non ricordavo correttamente.
Come per la visione del film, anche durante la lettura, mi sono emozionata molto: ho riso e mi sono un po' commossa negli stessi punti.

Per chi il film no l'ha visto o non ha intenzione di vederlo, forse la lettura di questo libro non è molto consigliata. In primo luogo perché vi fareste un grandissimo spoiler di tutta la storia e poi perché ci capireste gran poco essendo privo, sostanzialmente, di narrazione.



Nonostante ciò, sono molto contenta di aver fatto questo acquisto e di aver letto questo libro.


Il mio voto è:
✰✰✰✰
4/5




Alla prossima!


Silvia